lunedì 20 settembre 2010

Gli amici sono la famiglia che ti scegli...

Prima di avventurarmi nella descrizione di una settimana di vacanza a Creta, c'è un tarlo tra i miei pensieri che è fastidioso come un sassolino in una scarpa chiusa, quando sei in pubblico e stai parlando con qualcuno... Quindi ho deciso di tirarmi via il sassolino o il tarlo.. Insomma di passare a voi la palla... Il titolo è discretamente esplicativo dell'argomento: l'amicizia. La frase in questione devo dire che mi è sempre piaciuta molto e per certe persone, entrate a far parte della mia vita solo relativamente di recente, la trovo anche piuttosto vera, ma quando la scelta (della famiglia in questione) è ambigua o sbagliata cosa succede? Ad alcuni questa domanda crea pochissimi problemi, basta o mettere in chiaro le cose o tagliare i ponti, invece a me questa situazione, piuttosto comune nel corso dell'esistenza, mette essenzialmente ed esistenzialmente in crisi. Sono rarissime le volte in cui ho tagliato volontariamente i ponti a causa di un'amicizia sbagliata, un torto subito decisamente grave, quasi uniche perchè ne rammento 2 e anche se ho pochissimi ricordi sotto ai 15 anni d'età non penso che le rotture volontarie siano molte di più.
Questo comporta che tra le mie amicizie ci siano persone che mi danno da pensare spesso e volentieri, dall'amica egocentrica che si ricorda di essere mia amica solo quando il suo egocentrismo non raggiunge i livelli di guardia, all'amica che dovrebbe esserla dai tempi delle elementari ma in realtà ormai si è poco più che conoscenti, ma nonostante questo mi ha invitata al suo matrimonio, al battesimo di sua figlia etc... come per dimostrare di essere ancora parte della sua vita. All'amica che si ricorda di scriverti per il compleanno, natale e pasqua, mi dice che mi vuole bene e che le dispiace un mondo passare dei periodi anche di mesi senza sentirmi ma che lei mi pensa sempre e mi vuole un bene dell'anima... Questa che tipo di famiglia è? Come ci si comporta con questo tipo di parenti? Quando sono molto arrabbiata il mio primo istinto è mandare a quel paese tutto e tutti, assaporare quel senso di leggerezza che invade lo spirito quando ci si lascia alle spalle un problema a cui si è pensato per troppo tempo e sentire la mia vita piena per gli amici che la condividono con me e non la mia vita piena di amici... Ah... che sensazione di liberazione che dev'essere... Poi passano i giorni, rifletto, rifletto e rifletto ancora (spesso fino a farmi venire il mal di testa) e comunque le ragioni per cui non sarebbe giusto tagliare i ponti cominciano a riaffiorare, finchè arriva il senso di colpa al solo pensiero di chiudere la relazione. Chiarirsi sarebbe la cosa migliore.. ma quando non si può perchè c'è un muro dall'altra parte cosa si può fare?! Per ora ho sempre aspettato di vedere come evolvevano i comportamenti e per un certo periodo cambiavano in positivo per poi tornare ad un trand negativo, per poi tornare in positivo e via discorrendo... Arrivando ad un fantastico 50-50... Persone a cui voglio bene ce ne sono... Gli amici, con la A, non mi mancano (rubati quasi tutti al mio moroso ma non ci faccio troppo caso) e spesso non so nemmeno se riesco a fargli capire quanto sono importanti per me queste persone... Ma continuo a domandarmi come ci si comporta con quella parte di famiglia che ogni tanto o spesso per poi redimersi, ti crea ansia, problemi e nervosismo... Però continuo a pensare davvero che gli amici sono la famiglia che ti scegli!!! ^^
Un abbraccio

4 commenti:

  1. questo post mi ricorda qualcosa ;-)
    come gia' ti dissi sabato, se un rapporto ti deve far star male, e soprattutto se devi star male solo tu, allora forse non ne vale la pena; ma se vuoi tenere in piedi l'amicizia, cerca almeno di prenderla con piu' tranquillita'

    questo e' giusto un riassunto di come la penso ;-)

    ciao,
    Samara
    http://ilpozzodisamara.splinder.com/

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  2. ^^ Lo so, infatti se leggi bene questo post, non è tanto una ricerca alla soluzione ad un problema specifico, quanto un tentare di capire se, nel momento in cui non si riesce a prendere le cose con tranquillità (per usare parole tue^^) e non si riesce a troncare, c'è un terzo modo di agire... ^^

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  3. Ho tentato di risponderti ieri, ma ho scritto un papiro, e malgrado abbia sforbiciato non mi lasciava postare il poema. Ordunque, eccone il bignami...

    Dunque, rotture alla: «Non ti voglio vedere neanche dipinta in un’allegoria su quanto mi stai sulle balle» fin’ora ce n’è stata solo una, ma da quell’esperienza ho appreso la necessità di cogliere i segnali di problemi in vista, e in caso sia troppo tardi, la necessità di resistere alle remore che ci trattengono per concentrarci sull’unica vera domanda: che rapporto c’è tra noi due, siamo davvero amici? E soprattutto: perché continuo a lasciare che mi tratti così? Quello su cui non riflette la gente è che il peggio non è essere trattati male da un presunto amico, ma vivere nella menzogna che per te vada bene così. Alla fine ti logora, e se non reagisci ti arrendi, che è molto peggio di sbottare una volta per essere poi liberi.

    Se cerchi una via di mezzo, devi tenere gli occhi bene aperti su una semplice verità: ci sono amici e ci sono conoscenti. Riducendo, a volte basta chiarire questo: «Se io do 100, avrò sempre e comunque 50? Va bene, allora do 50 anch’io». Non si tratta di ripicca, bada bene, ma di semplice equilibrio. Non c’è infatti motivo di mettersi in una posizione di vantaggio o svantaggio rispetto a qualcun altro, un rapporto così squilibrato (nel più ampio senso del termine) porta solo guai.

    Chiederti se chiudere o meno un’amicizia vuol dire che è già persa, insistere sarebbe un dannoso accanimento terapeutico. Quello che puoi fare è rompere i rapporti o condurli sulla carreggiata dei conoscenti, il celebre Cimitero degli Amici Passati (dove stanno i compagni di classe, quelli che hai perso di vista ma senti ogni tanto, ecc.). Le sfumature che conducono dall’amico al conoscente o viceversa sono a volte nette a volte sfocate, ma sempre percettibili.

    Tenendo a mente questo,
    in bocca al lupo.

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  4. @Giuda: grazie mille per questo compendio... ^^ In realtà come dicevo a Samara, il mio post è più un tentativo di analisi generale, perchè oltre al problema specifico, di cui si è ampiamente dibattutto, ci sono altre amicizie che spesso mi danno da pensare e com'è nel mio carattere, da un'esperienza specifica io cerco di fare un'analisi generica del macrocontenitore, in questo caso: l'amicizia. Detto questo per il problema specifico penso non ci siano molte soluzione oltre la sopportazione o la rottura... Ciò detto ci tengo a precisare che non mi sono mai mentita e che anzi il mio "tarolare" viene proprio dal fatto che riconosco e tollero molto poco determinati comportamenti!
    Un abbraccio

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